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Ciao Angelo, sono passati tanti anni dall’ultimo abbraccio, troppi dall’ultimo saluto, eppure sembra ieri. Son volati questi 19 anni, seminando nel tempo gioie e dolori nelle nostre vite, ma ogni volta che ti penso il tempo sembra essere clemente nel non voler dominare più i miei ricordi. Per un attimo tutto ritorna a ieri ed i ricordi si animano prendendo vita in un istante, portando con sé profumi e suoni che ti appartengono. Mi pare di udire ancora la tua voce e,  in affannosa ricerca, rovisto per trovarla tra i miei pensieri… fino a quando finalmente tu mi appari, parlandomi e sorridendomi da dietro quella finestra che si affaccia sulla soglia di quel mondo oltre i confini di ogni esistenza, la tua nuova casa, da dove infondi la tua pace su ogni mia malinconia. Rivedo quel sorriso solare come sempre che non aveva bisogno, allora come ora, di aggiunta di parole, perché parlava arrivando immediato al cuore, facendosi spazio tra le nostre tristezze, contagiandole di sana allegria. Chissà perché, quando una persona a noi cara ci lascia, si è più propensi a cercare le sue tracce tra i solchi del passato, ignorando il terreno coltivato nel presente.. e ancor più in quella distesa futura ancora tutta da seminare. Forse perché il tema della morte ha subito condizionamenti da intere generazioni nell’arco dei secoli, per cui vi si pensa come all’atto punitivo finale di ogni esistenza, la morte come fine di tutto, quella morte che, come una gomma, cancella la storia di ogni vita. Senza questi condizionamenti oggi saremmo qui a pensare alla tua vita, alla vita di ognuno di noi solamente trasformata dalla morte, un necessario cambiamento di ogni nostra forma e sostanza al fine di consegnare la parte Divina, presente in ognuno di noi, all’Eternità. Quella parte di noi da sempre in lotta con un corpo soggetto alle leggi del tempo, che lo umilia lasciandogli in continuazione i segni del suo passaggio, fino a logorarlo completamente.
Caro Angelo, viene difficile scrivere parlando di emozioni personali, poiché fino ad ora ho scritto facendo sempre riferimento ad emozioni altrui; so che passeranno tanti altri giorni e passeranno ancora tanti altri anniversari da ricordare come questo, ed inevitabilmente puntuale scenderà sui nostri cuori un velo di tristezza a farci compagnia. Ma in questo giorno, oltre a quella gomma che violentemente ha cancellato il prosieguo del tuo percorso terreno, voglio ricordare le pagine della tua nuova vita già scritte, e che ti appresterai a scrivere tra le stelle, mentre percorrerai le strade dell’infinito.
Tuo zio Nino
  

 

Lettera a mio nipote

     Antonino Taverniti    

                                                         alias  Kalabrone Parlante

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